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Fecondazione assistita: cos’è e come avviene in Italia

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Poter concepire un bambino è il desiderio di tantissimi uomini e donne, però purtroppo in certi casi questo fenomeno del tutto naturale non accade.

Alle spalle ci possono essere problemi di salute o semplicemente l’impossibilità per uno dei sue partner, o entrambi, di essere fertili. In questo contesto sono nate molte metodologie scientifiche che permettono a queste coppie di poter comunque concepire un bambino.

Vediamo insieme come.

La fecondazione assistita in Italia

Nel bel paese questo comparto ha conosciuto una grandissima evoluzione negli ultimi anni, andando a combattere molti moralismi e resistenze che sono stati incontrati durante il suo percorso. Oggi molte coppie in Italia stanno scegliendo di intraprendere questo cammino e in vent’anni, periodo in cui si è sviluppata la legge 40 sulla fecondazione assistita, sono nati ben 217mila bambini. Questa pratica si è particolarmente diffusa anche in molti paesi dell’Europa dove spesso vengono superati molto limiti legislativi.

Ad esempio, l’Ucraina scala la vetta delle cliniche specializzate in fertilità con la Biotexcom. In italia purtroppo la fecondazione assistita, oltre ad avere alcune limitazioni, spesso ha dei costi veramente altissimi che non tutte le famiglie riescono a sostenere e che per questo motivo si rivolgono all’estero. Inoltre, anche le attese per poter accedere al trattamento a volte diventano un motivo di abbandono da parte di molte persone.

Sicuramente di passi avanti ne sono stati fatti molti, ad esempio non c‘è più il limite di tre ovociti da fecondare, ma è il dottore a stabilire quanti ne servono e in caso di eccedenza li può possono comunque congelare. A cadere è stato anche il divieto della fecondazione eterologa, cioè quando nella fecondazione si utilizzano spermatozoi e ovuli di donatori esterni. Ovviamente il fine è sempre quello di tutelare il benessere dei nascituri che non devono mai essere trattati come merce di scambio.

Le tecniche di fecondazione assistita

A seconda della situazione clinica di ogni coppia, il dottore stabilisce quale metodo applicare per poter intervenire efficacemente e instaurare una gravidanza di successo. L’inseminazione di tipo uterino è la più facile da fare e di solito la più consigliata perché vengono introdotti gli spermatozoi direttamente nella paziente, attraverso il canale cervicale.

Questo tipo di metodo è perfetto quando non si conosce bene la causa di infertilità della coppia, ma anche in caso di infertilità del maschio moderata. L’inseminazione intrauterina va benissimo anche in presenza di malattie sessuali o nel caso in cui la donna abbia sviluppato degli anticorpi che uccidono gli spermatozoi.

Se questa tecnica non funziona, si utilizzano metodologie più invasive come la fecondazione in vitro. In questo caso la donna viene spesso sottoposta a delle cure ormonali al fine di stimolare le ovaie e così prelevare un maggior numero di ovociti.

La fecondazione viene poi fatta direttamente in provetta al fine di ottenere embrioni che vengono inseriti nella donna tramite un’operazione chirurgica. Nel caso in cui uno dei due partner non possa donare né ovociti né spermatozoi, è possibile ricorrere ad un donatore esterno.

Fonti
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2004/02/24/004G0062/sg
https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/ginecologia/20-anni-di-pma-cosa-e-cambiato
Disclaimer: “Si consiglia a chiunque legga questo articolo di non prendere decisioni in base ad esso, ma consultare sempre prima il medico”.