In questi giorni si è tornato a parlare molto della questione sicurezza sul lavoro, a fronte anche del terribile incidente ferroviario occorso a 5 operai a Brandizzo, nei pressi di Torino, che purtroppo ha tolto loro la vita.
Se da una parte i nostri notiziari pongono in luce la questione, cercando di seguire con estrema attenzione gli sviluppi della vicenda e l’iter delle indagini che al momento lascia intravedere i primi indagati, dall’altra notiamo una tensione crescente da parte dei principali gruppi sindacali.
Questi ultimi, infatti, stanno chiedendo a gran voce l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro a fronte della tragedia che ha acceso nuovamente il faro sulla questione di infortuni e decessi a causa di incidente durante l’attività lavorativa delle persone.
Notiamo però che nella sezione denominata “Open Data” sul sito dell’Inail sono stati pubblicati alcuni dati interessanti che mettono a confronto i primi 6 mesi del 2022 con quelli dell’anno in corso e nelle prossime righe proveremo ad analizzarli e a trarre qualche conclusione insieme.
Sicurezza sul lavoro 2022 e 2023: i dati messi a confronto in relazione al primo semestre
Prima di elencare alcuni dati interessanti, occorre comprendere che ci potrebbero essere delle variazioni in corso d’opera, a causa delle tempistiche dei vari iter burocratici che intercorrono tra le aperture delle pratiche di infortunio e la registrazione da parte dell’Inail, che spesso non è immediata e può generare al contempo veri e propri picchi di casistiche.
Notiamo però che a giugno 2023 le denunce di infortunio sul lavoro sono state quasi 297.000, cioè il 22,4% in meno rispetto alle 382.000 dell’anno precedente. Al contempo sono cresciute dell’11,4% rispetto al 2021 e del 21,1% rispetto al 2020.
La crescita rispetto al 2020 non avrebbe troppo senso considerarla, in quanto i primi 6 mesi di quell’anno sono stati segnati dall’immobilità economica e lavorativa legata al covid, che ha portato anche una consistente riduzione del Pil italiano, come riferito anche in questo articolo.
Il numero di infortuni mortali è rimasto pressoché invariato, mentre sono scesi i casi di infortunio sul posto di lavoro e sono aumentati di circa il 6% quelli sul tragitto da e verso l’abitazione (considerati sempre infortunio sul lavoro).
Le soluzioni e i rimedi: la formazione al primo posto
A fronte di questi dati, da prendere sempre su base annuale per evitare il rischio di mancata registrazione tempestiva dei casi, notiamo che i numeri, seppur in calo, non sono di certo dei più incoraggianti.
La questione della sicurezza sul lavoro in Italia è regolamentata dal Dlgs 81/2008, che prevede una serie di disposizioni, ruoli specifici, dpi e documenti da dover comprendere e rispettare in azienda per garantire la massima sicurezza dei propri dipendenti.
Dall’altra parte si nota come le aziende abbiano iniziato ad investire ancora più seriamente sulla prevenzione, non solo per rispettare la legge in materia, ma anche per fornire ai propri dipendenti ed operai gli strumenti per prevenire i rischi in prima persona e salvaguardare la loro salute.
Sul sito web https://www.fonditalia.org/, ente specializzato nel finanziamento della formazione dei dipendenti per le aziende, notiamo un articolo molto interessante dove viene detto che negli ultimi anni sono stati erogati oltre 19 milioni di € per pmi italiane e microimprese con il fine di formare titolari e dipendenti sulla prevenzione di infortuni.
La strada da percorrere potrebbe essere proprio questa: migliorare il contesto della formazione, non offrendo più solamente una serie di documenti che spesso vengono creati con il fine di rimanere all’interno dei paletti della legge per tenere aperta la propria impresa, ma investendo veramente in corsi che diano alle persone tutti gli strumenti e le competenze necessarie per ridurre ancor di più i dati registrati in questo inizio di 2023.