Chiedere un prestito, al giorno d’oggi, è una cosa piuttosto comune. Se si ha un lavoro da dipendente per farlo bastano pochi semplici passaggi espletabili sia online che di persona, in filiale. Innanzitutto, la fascia d’età. Generalmente possono richiedere un prestito tutti coloro che hanno una fascia d’età compresa tra i 18 e i 70 anni. Poi bisognerà esibire un documento d’identità valido, un certificato di residenza nel territorio nazionale e in seguito un reddito dimostrabile, cosa semplicissima per chi è un lavoratore dipendente: basterà, infatti, mostrare il proprio CUD.
Prestiti dipendenti con cessione del quinto
Iniziamo subito parlando di una forma particolare di prestito personale per dipendenti, ossia la cessione del quinto. Essa può essere richiesta da queste tre particolari categorie: dipendenti pubblici o statali, dipendenti privati e pensionati. La cessione del quinto è una particolare forma di contratto che prevede la restituzione del prestito non da parte del richiedente ma da parte del datore di lavoro dello stesso.
In sostanza l’ente creditizio di riferimento tratterrà le somme dovute direttamente dallo stipendio: formalmente, quindi, sarà il datore di lavoro e non il lavoratore ad erogare la somma. Il nome ‘cessione del quinto’ deriva dal fatto che la rata del rimborso non può eccedere la quinta parte dello stipendio del lavoratore. In alcuni casi particolari, però, il rimborso della rata può anche arrivare ai due quinti dello stipendio. In una situazione del genere, però, sarà necessario un contratto di delega del pagamento in grado di impegnare anche l’altro quinto.
Anche se si è dei lavoratori dipendenti, comunque, esistono determinati punti da rispettare per poter avere l’accesso alla cessione del quinto. Bisogna innanzitutto essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato e avere una certa anzianità; solitamente questa anzianità corrisponde ad almeno qualche mese di lavoro.
Questi criteri, però, valgono sia per il dipendente che per l’azienda di lavoro. Una delle discriminanti per l’azienda consiste nel numero minimo di lavoratori dipendenti oppure nel capitale sociale minimo garantito. Tutte queste varianti, in ogni caso, saranno ampiamente discusse e verificate in sede di stipula del contratto.
Veniamo adesso alle garanzie per il finanziatore che decide di erogare un prestito con la modalità della cessione del quinto. Solitamente questa particolare tipologia viene reputata molto sicura grazie al TFR del lavoratore dipendente in caso di licenziamento o di morte. Per evitare qualsiasi possibile rischio, comunque, il lavoratore è obbligato a stipulare una polizza che in caso di licenziamento o morte obblighi chi per lui a restituire le eventuali somme eccedenti all’intero TFR.
Prestiti veloci per dipendenti
Con l’incremento del web e di internet oggi è possibile richiedere e ottenere un prestito personale in pochissimo tempo. Per farlo basta avere un computer, una connessione internet e trovare l’istituto creditizio che fa al caso nostro; il passo successivo sarà quello di fornire tutti i dati e richiedere un prestito veloce.
Una delle finanziarie più attive nel campo dei prestiti veloci è Cofidis: grazie ad essa potrete richiederne uno sia online che al telefono. Facciamo subito un esempio pratico e vediamo in quanto tempo e a quali condizioni un lavoratore dipendente dovrebbe restituire un prestito con Cofidis. Poniamo il fatto che la richiesta sia di 5.000,00 euro, una cifra congrua per acquisire una macchina usata oppure per una piccola ristrutturazione di casa. A queste condizioni il lavoratore dipendente dovrà restituire il prestito in 72 rate da 92,60 euro al mese; il TAN sarà pari al 9,98% mentre il TAEG del 10,65%.
Anche con Agos sarà possibile richiedere un prestito veloce e avere la suddetta somma in appena 48 ore dalla richiesta. Per farlo basterà organizzare un incontro in filiale oppure farlo online: l’importante è avere un conto corrente, il CUD dell’anno precedente e i relativi documenti d’identità e di soggiorno in Italia. Con Agos potrete avere diritto a un finanziamento fino a 30.000,00 euro.
Tra le tante società finanziarie disposte a rilasciare prestiti veloci, c’è anche Findomestic. Grazie ad essa potrete avere la liquidità necessaria in pochissimo tempo e a tassi davvero agevolati. Anche con Findomestic, quindi, facciamo un esempio concreto di somma richiesta: 14.000.00 euro. La somma potrebbe essere richiesta per l’acquisto di una macchina nuova, utile a tutta la famiglia. Con Findomestic avrete diritto alla liquidità in poco tempo con un TAN pari al 6,29 % e un TAEG del 6,48%. A queste condizioni, potrete restituire il prestito veloce con 96 rate da 186 euro al mese.
Piccoli prestiti per dipendenti spa
Affrontiamo adesso l’argomento inerente ai piccoli prestiti per un dipendente di una S.P.A., ossia una società per azioni. Come dicevamo in apertura di articolo, i requisiti che vengono richiesti per concedere un prestito personale non sono solo del dipendente, ma anche della società di riferimento. Nello specifico, vediamo insieme in cosa consistono questi requisiti per una società per azioni.
Un primo fattore che la società creditizia dovrà tenere in considerazione è il capitale sociale detenuto dalla società. Per poter erogare un prestito a un lavoratore, questi dovrà prestare i suoi servigi in una società che abbia come capitale sociale almeno 50.000,00 euro.
Non solo, però. La S.P.A. dovrà anche avere un numero minimo di dipendenti al suo servizio. Essendo una società importante, il requisito minimo al fine di erogare un prestito personale è di 16 dipendenti. Ultimo fattore da considerare è quello dell’anzianità di servizio. Un dipendente non potrà richiedere alcuna somma a una società finanziaria se non avrà prestato almeno due anni di servizio presso la medesima. Se saranno rispettate entrambe queste condizioni (i 50.000,00 euro di capitale e i 16 dipendenti) allora il dipendente avrà diritto a un prestito personale tramite cessione del quinto.
Come avviene anche per dipendenti di società più piccole al fine di avere una maggiore tutela verrà stipulata una polizza assicurativa; questa sarà utile nel caso in cui il TFR non sia in grado di coprire l’intera somma erogata. Il tasso di interesse applicato al finanziamento sarà fisso e non variabile.
Prestiti per dipendenti protestati e cattivi pagatori
Come ultimo sottotema, affrontiamo il delicato argomento inerente i prestiti richiesti da dipendenti protestati o cattivi pagatori. Può capitare che, in passato, un onesto lavoratore si sia trovato in serie difficoltà economiche e alla fine abbia subito il protesto di un debito. Purtroppo un passo falso del genere spesso viene visto come una macchia incancellabile, un po’ come avere la fedina penale sporca. In parte forse è così, ma esistono diverse opzioni alternative che permetteranno lo stesso a un lavoratore dipendente protestato di ricevere un finanziamento.
Un modo per aggirare questa macchia incancellabile è quello di cui abbiamo parlato in precedenza: la cessione del quinto. Scegliendo questa soluzione la società finanziaria si sentirà al sicuro perché sarà il datore di lavoro (e non il lavoratore) a fornire tutte le garanzie necessarie; la liquidità, quindi, verrà detratta direttamente dallo stipendio nella misura di un quinto.
Un altro metodo per ottenere lo stesso un prestito personale anche se si è un lavoratore dipendente protestato è quello del prestito cambializzato. Con questo semplice metodo la società finanziaria di riferimento avrà una maggiore garanzia da un titolo esecutivo come la cambiale. Grazie a questa semplicissima soluzione, il dipendente protestato potrà ricevere l’intera somma richiesta e allo stesso tempo fornire ampie garanzie alla società finanziaria.
Una soluzione molto interessante per ovviare a questa spiacevole situazione potrebbe essere quella della fidejussione. Il presupposto base di questa possibilità è che conosciate qualcuno (nella maggior parte dei casi è un parente) che si faccia garante per voi nel caso non riusciate a far fronte al debito. In sostanza il finanziatore, essendo il dipendente un cattivo pagatore, pretende che ci siano ulteriori garanzie nel caso che questi non adempia ai suoi obblighi. Qualora tutto ciò accada, la società finanziaria avrà il pieno diritto legale per richiedere il credito al terzo fidejussore.
In ultimo, esiste la soluzione chiamata prestito delega, Questo modus operandi per adempiere un obbligo finanziario altri non è che un’estensione della cessione del quinto e quindi si svolge tra lavoratore e datore di lavoro. Come abbiamo visto in precedenza, con la cessione del quinto la società finanziaria non potrà prelevare più di un quinto dallo stipendio del lavoratore dipendente. Con il prestito delega, però, questo obbligo viene radicalmente modificato. Grazie ad esso, infatti, la società finanziaria potrà trattenere maggiore denaro in busta paga, velocizzando di fatto la restituzione del prestito. Se si sceglie questa soluzione, comunque, è bene sapere che non sarà possibile trattenere più del 50% dello stipendio.
Abbiamo visto, quindi, che anche se si è dei lavoratori dipendenti protestati, ricevere un finanziamento è comunque possibile. I cattivi pagatori non subiscono una macchia indelebile, una fedina penale sporca, per così dire, ma possono trovare tante soluzioni alternative adatte alle loro esigenze. Nello specifico, essi potranno usufruire di: cessione del quinto, prestito cambializzato, fidejussione e prestito delega. L’unica cosa da fare sarà quella di concordare con la società finanziaria di riferimento la strategia giusta per voi e metterla in atto: una volta che sarà chiaro come ci si dovrà muovere, basterà agire di conseguenza e firmare il relativo contratto.