Uno degli interrogativi che molti utenti del web si pongono riguarda la veridicità delle immagini dei polmoni di un fumatore dopo 10 anni. Siccome risultano neri, anziché rosa, ci si chiede se siano reali o artefatte. La risposta è che sono vere. Di fotomontaggi non c’è la benché minima traccia.
Come mai i polmoni di un fumatore dopo 10 anni risultano così neri?
La motivazione di fondo va ricercata necessariamente nei depositi di catrame che a lungo andare formano uno strato annerito sulla superficie dei polmoni. Si tratta di sostanze inalate nel momento in cui si fumano le sigarette. Una volta che si depositano sui polmoni, vi restano per anni.
Nello specifico, sono proprio queste le sostanze che costituiscono il principale fattore di rischio per il cancro ai polmoni. Purtroppo, molti fumatori tendono a sottovalutare i danni a cui vanno incontro nel momento in cui si accendono le sigarette nel corso della giornata: i danni causati dall’inalazione quotidiana del fumo, a lungo andare, si fanno davvero seri.
Cosa si verifica ai polmoni di un fumatore dopo 10 anni?
I polmoni di un fumatore dopo 10 anni iniziano a perdere elasticità. Di conseguenza, il loro corretto funzionamento comincia a venire meno. Più precisamente, i polmoni di un fumatore dopo 10 anni di costante accensione delle sigarette appaiono sempre più infiammati. La suddetta infiammazione si manifesta con la forte presenza di catarro e con bronchiti di natura cronica. A incidere sul problema non è tanto il numero di sigarette fumate, ma il tempo trascorso a fumare. Non è un caso se la maggior parte dei medici mette in risalto un aspetto sul tema in oggetto: causano molti più danni una decina di sigarette fumate quotidianamente per una quarantina di anni piuttosto che una quarantina di sigarette fumate in un arco di tempo corrispondente a una decina d’anni. Il motivo di fondo va ricercato nel fatto che i polmoni hanno difficoltà nell’assorbire le sostanze tossiche della nicotina, se si supera una certa soglia, nota come saturazione. Si tende a dire, infatti, che è la prima sigaretta accesa a causare danni seri piuttosto che la quarantesima.
Le pareti alveolari, luogo in cui si verifica il processo di scambio fra l’ossigeno e l’anidride carbonica, poi, vanno incontro a una progressiva distruzione.
Fumare fa male
Fumare fa male. Oramai, è risaputo. Ci sono sempre più campagne pubblicitarie, dove vengono mostrate le immagini di ciò che accade alla salute dei fumatori: i polmoni anneriti, la difficoltà a respirare regolarmente, i continui colpi di tosse, i denti che si ingialliscono, la pelle che diventa sempre più spenta sono solo alcuni degli scatti fotografici messi in evidenza nelle cosiddette pubblicità progresso e sui pacchetti di sigarette. Se l’intento è quello di scoraggiare i fumatori, negli ultimi anni le iniziative dello Stato hanno sortito un effetto parziale. Si tende a fumare di meno. Il passaggio dalla sigaretta tradizionale a quella elettronica, il cosiddetto svapo, va giudicato di sicuro in ottica positiva. I vapori dell’e-cig, infatti, fanno di sicuro meno male rispetto alla dipendenza dalla nicotina e ai fumi inalati nel momento in cui si fuma. Tuttavia, si può fare ancora di più. Ci sono, infatti, tutta una serie di costi sanitari ancora decisamente alti per lo Stato. Tutto ciò, chiaramente su scala mondiale.
La soluzione migliore, di fatto, è quella di smettere di fumare, un prima passo è sicuramente quello di volerlo fare. Qui ti consigliamo alcuni tra i migliori libri per smettere di fumare facilmente.
Cosa accade ai polmoni di un fumatore dopo 10 anni che ha smesso?
Vi sono autorevoli ricerche scientifiche che mettono in evidenza come la salute dei polmoni ne giova considerevolmente, se si dà un taglio definitivo all’accensione delle sigarette. In estrema sintesi, si assiste a un importante rigenerazione dei polmoni: sulla base di quanto sostenuto all’interno di uno studio condotto dai ricercatori dell’UCL (University College London), a distanza di 10 anni dall’ultima sigaretta, i danni causati dal fumo iniziano a essere allontanati, perché si ripristina il giusto equilibrio fra le cellule sane e quelle che sono andate incontro a seri danneggiamenti, indotti dalle sostanze cancerogene presenti nella nicotina.
I polmoni di un fumatore dopo 10 anni che ha smesso, di fatto, iniziano a ritornare normali o quasi. In sostanza, occorre attendere un lasso di tempo pari più o meno a 10 anni di allontanamento dalle sigarette, affinché il funzionamento dei polmoni e dei bronchi torni a essere considerato normale. I polmoni, perciò, possono rigenerarsi.
Secondo la ricerca scientifica dell’University College London, il DNA delle cellule degli ex fumatori ritorna alla normalità dopo 10 anni: si evince che l’epitelio bronchiale risulta più o meno simile a quello di chi non ha mai iniziato a fumare. La tesi in oggetto appare in netta antitesi con quella che asseriva che i danni causati dal fumo fossero di tipo permanente.
C’è speranza di miglioramento?
I polmoni di un fumatore dopo 10 anni che ha smesso vanno incontro a considerevoli miglioramenti. Le foto dimostrano che il nero dovuto ai depositi di catrame viene meno. Anche in termini di elasticità, i progressi risultano ottimali. Ma è lo stato di salute generale che ne beneficia in modo sostanziale: il battito cardiaco e la pressione arteriosa risultano, di fatto, normalizzati, così come i livelli di ossigeno. Oltre alla respirazione, gusto e olfatto ritornano quelli dei tempi migliori. Le congestioni nasali vengono eliminate e il rischio di malattie tumorali si riduce drasticamente. Basti pensare ad esempio che a 10 anni dall’ultima sigaretta, le probabilità di contrarre un tumore che aggredisce la bocca, il pancreas, la gola, i reni, la vescica, i polmoni e il pancreas si abbassano di ben 70 punti percentuali. Infine, si registra anche un’evidente riduzione per ciò che concerne la formazione di ulcere.
Conclusioni
La maggior parte delle funzioni di tipo respiratorio e circolatorio vengono ripristinate a distanza di 10 anni dal momento in cui si è smesso di fumare. Tuttavia, ci si può reputare totalmente liberi dalle conseguenze patologiche connesse al fumo solo dopo un lasso di tempo che si attesta attorno ai 15 – 20 anni.